Faletti, l’arte di stare accanto al lettore

Giorgio Faletti è uno dei rari scrittori che accende nel lettore, via via che questi s’addentra nelle pagine, non soltanto sintonia con il libro ma anche affetto per lui. Una simpatia ed empatia istintive, slegate dalla consuetudine con il suo volto e le sue parole, in tv, cinema, canzone.

Faletti non aveva una ricetta per generare questo sentimento, bensì un’istintiva capacità di porgere temi drammatici, poetici o ironici come carezze rassicuranti: stai tranquillo, ti accompagno lungo questa storia. La potenza di questo sotterraneo dialogo diretto con lui ha trovato una sintesi straordinaria in teatro, dove Chiara Buratti ha portato con eccezionale forza e delicatezza

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Liberaci dal male, liberaci dal padre

Suscitano pena, nella cronaca d’un quotidiano, i passi dell’uomo un tempo fiero di sé che una notte, ormai smarrito nella demenza, scende al fiume e gli consegna la sua morte. In quella solitudine annegano i suoi giorni di imprenditore – il “re del cioccolato” –  due volte marito, padre, viveur dai piaceri intensi e sprezzanti.

In questa morte – confusione mentale o forse suicidio o perfino omicidio? – sono raggrumate le vite e i tormenti, le catene e il bisogno di libertà, l’ira e la rivalsa di parenti, domestica, badante e poi sbandate figure di città, volenti o no ancorate ai suoi vizi noti o sconosciuti.

Ci sono la corsa scellerata

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