Trump a scuola da G. Washington?

Trump ha vinto inondando di populismo gli elettori, è stato detto. Che sia tradizione antica, vizietto dei votanti? Di George Washington, ben altra figura dal successore di oggi, padre della Patria, primo Presidente degli Stati Uniti (dal 1789 al 1797), scrive Franz Herre in La rivoluzione americana (Rizzoli, 1981), a proposito del Primo Congresso continentale di Filadelfia, il 5 settembre 1774: “George Washington, l’uomo più ricco della Virginia, usa tante espressioni forti di stampo popolaresco che perfino Patrick Henry, l’avvocato degli oppressi, lo accetta come suo pari”.

Dove fioriscono le rose di Cristo

“Le rose di spine di Cristo / Fervose come opache / Di ogni cosa funesta / Queste sono le rose della mia via”. Via trafitta, dall’infanzia fino alla branda di manicomio, quella di Felice Fischetti (1931-2005), contrabbandiere, minatore, legionario, operaio. Poeta sempre.

Fischetti lasciò la “città dei matti” in Collegno quando la rivoluzione accesa da Franco Basaglia divenne legge (seppur maldestramente gestita): passò in una comunità e da qui all’ appartamento condiviso dove lo conobbe una giovane psicoterapeuta, Rita Brescia, che ne ricompone storia e lirica in Il poeta di spessi cammini (ed. La Vita Felice), biografia e romanzo, itinerario

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