Care vittime, sarà una grandinata di dolore

Care vittime di delitti, cari parenti di quelle vittime, vi scrivo con tristezza in giorni di campagna elettorale.

Come sapete esistono fra i pretendenti alle poltrone soggetti che si sono sempre detti dalla vostra parte e con voi invocavano una Giustizia implacabile ed esemplare.  Ora hanno d’un tratto deciso di abbandonarvi a pianti solitari e senza consolazione: se Parigi val bene una Messa, un posto al governo vale il dolore senza risposta delle vittime di reati.

Sapete che esistono forze politiche che da sempre cercano di delegittimare la magistratura e ridurne il potere in quanto pericolosa perché infila occhi e orecchie nei loro affari. Per voi invece, con le forze dell’ordine

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Natale, ogni nefandezza vale

Natale come un carnevale. <Lo trascorrerò con i clochard>, ha annunciato, in sfida al governo, il leader della Lega, partito i cui assessori sparsi per l’Italia hanno spesso cacciato dai loro stracci e cartoni quei fastidiosi sfregi al decoro urbano. Finito di stabilire l’ora in cui è nato Gesù Cristo, è il momento di sfruttare quelli che il Nazareno amava. Naturalmente <a pranzo>.

La nefandezza di questa scelta è confessata dall’annuncio stesso: non <avevo da tempo deciso di trascorrere Natale con loro e lo farò ad ogni costo>, bensì <se mi vuoi tenere chiuso in casa, io esco e vado da quelli che in casa non ci possono stare nemmeno se vogliono>

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