Venezia come Atlantide, ma non sommersa da un dio come Poseidone, bensì da omuncoli perduti tra ignavia, inettitudine e mazzette di denaro.
Incuria, incompetenza, disinteresse e interessi minavano Venezia già prima che si discutesse del Mose. Li mostrava la più inascoltata delle voci, quella della Cultura. E oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, è un’emozione malinconica prender fra le dita, con rispetto e timidezza, un raffinato libretto: Alcune proposte per distruggere Venezia (Ruggero Aprile editore), scritto nel 1972 da Stefano Reggiani (Verona 1937, Roma 1989), autore di saggi (Sorelle d’Italia, Dizionario del postdivismo, Nel