Più di cento donne ammazzate in un anno, spesso dopo lungo stalking. Uomini inseguiti e massacrati per uno sberleffo, un insulto, una prepotenza alla guida o per uno stupido furto. Gli assassinii d’impeto o covati fanno vittime quanto e più del crimine organizzato.
Dietro a tutto ciò – salva la fantasia di un parroco che riesce a immaginare provocanti le vittime stremate da una persecuzione – c’è un senso della morte sfumato dalla sacralità alla banalità, dalla scelta estrema al facile colpo di spugna che spazza via disegni e scritte su una lavagna che non si è capaci di sopportare.
Sono fondamentali le considerazioni sul massacro di donne – talora amate