Bullismo, lo Stato a scuola dai giovani

Bullismo e campagne pubblicitarie. Allo spot dello Stato dà una lezione quello dei ragazzi della Luchino Visconti di Milano.  Due filmati: uno per forza visto in tv anche da chi ha lo zapping compulsivo, l’altro visto per scelta da chi lo clicca in rete: otto milioni di visualizzazioni in pochi giorni.

Nello spot del Ministero di Istruzione, Università e Ricerca un gruppo di arroganti sfigati, all’interno della scuola, blocca malmenandolo un compagno, reo di non “passare i compiti”, e con un pennarello lo marchia in fronte. In aula un’insegnante simil-Raggi impone prudente autorità: “Siete impazziti?”. Dal fondo della classe un futuro

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Suicida a 16 anni: tanti “esperti”, una madre

Suo figlio è morto suicida a 16 anni durante una perquisizione della Guardia di Finanza che cercava hashish. In una società bisognosa di colpevoli di fronte a ogni lutto, subito si sono levate voci indignate per la sproporzione tra il fatto e la procedura. Ma la madre del ragazzo, dicendo “Io li ho chiamati”, ha indicato con semplicità il dolore vero, la vita e la morte. Notizie approssimative, un titolo di tg, uno stupore sono sufficienti per lanciarci, con fretta liberatoria, nella caccia a responsabili che rendano comprensibile l’ignoto, accettabile qualcosa più immenso delle nostre percezioni. Questa donna, in chiesa, ha dedicato a suo figlio la preghiera

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