Salvini, i rom e un fiume di spese legali

Quello uguale a Salvini a destra nella foto, che guarda il sole davanti a un crocefisso, è un rom alla festa in Camargue. Quello nell’altra immagine è Salvini vero, un po’ incazzato.

Questa somiglianza pone un quesito. Sotto elezioni Salvini precede con entusiasmo i collaboratori in un giro porta a porta per esprimere solidarietà a un popolo asserragliato e chiedere il voto. E’ l’imbrunire, si accosta a un cancello, ha in mano (come tutti i politici) un telefono cellulare. Un piccolo imprenditore, ossessionato dal clima di insicurezza e paura, imbraccia il fucile caricato a sale e spara. Dirà poi al magistrato: “Mi è sembrato un rom con una pistola impugnata”. Salvini gli pagherà le spese legali?

Le spese legali pongono il secondo quesito. Tranquilli del sicuro appoggio leghista, altri due dipendenti di supermercato sequestrano altre due rom che frugano fra gli scarti, le filmano mentre urlano (oggi si usa così, ci si costituisce in Internet), la Lega garantisce l’avvocato. L’iter processuale non va bene, finiscono detenuti e, al ritorno in libertà, poveri e affamati. Non avendo animo criminale, i due s’accontentano d’andare di porta in porta per chiedere i sacchetti dell’umido a chi rispetta la raccolta differenziata. Lo stesso imprenditore di prima, forse un tipo un po’ impulsivo, esce con l’immondizia, se li trova davanti col viso abbrutito dalla vira raminga e spara. Salvini, che li aveva difesi quando commettevano il reato filmato, a chi paga le spese legali? ai feriti? al piccolo imprenditore? a tutti quanti?