Poste Italiane, spot pro-disoccupazione?

Va dato atto alle Poste Italiane d’un coraggio – consapevole o inconsapevole? – inedito: il primo spot televisivo indirettamente a favore della disoccupazione. Per promuovere il <postino telematico>, protagonista del filmato è un robottino che si aggira timido tra persone e case dove dovrà svolgere il suo compito, stupito e attratto da concetti e sentimenti come amicizia e umanità e animato dal buon proposito di farli suoi. Il messaggio che semina è chiaro: farò io, e bene, quello che adesso fanno le persone vere.

Pensando al suo futuro successo, gli autori dello spot inquadrano un antico borgo che potrebbe essere uno dei tanti paesini nei quali Poste Italiane ha ridotto il

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La nobiltà del “rosa”

Annaspiamo o ci crogioliamo in una palude di cronaca nera, reale e amplificata dall’intrattenimento da salotto. Una <nera> affollata sempre più da quella fetta di violenza che i reportages dicono scaturire da <un amore malato>: femminicidi e cascate di coltellate, acido, benzina e fiamme. Ma, per quanto malato, è amore dell’altro? O paranoide amore di sé che fa parer quasi una fiction quello vero? Non per antidoto o consolazione, ma per passione letteraria, si possono raccontare amori anche tormentati ma non insanguinati e lo fa con Il domatore di principesse (I Antichi Editori Venezia), Roberto Bianchin, scrittore, giornalista, musicista e, dice lui, saltimbanco

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