Festival, giornalisti, polemiche e … De André

Alle deliranti polemiche che storpiano l’Italia se n’è aggiunta una sui giornalisti al Festival di Sanremo. Non è il caso di stupirsi in un Paese dove sui social tutti – parlamentari e affini in testa – sono la mattina scienziati, il pomeriggio economisti, la sera sociologi o psichiatri.

Quel che dà fastidio è forse che la categoria, oltre ad avere una sua storica tribuna, parli anche dal “palco” che gli altri considerano tutto loro. Non si tratta qui di difendere – a priori o a ragion veduta – una professione, una storia, dei colleghi. Ma di sorridere sul fatto che far polemica sui giornalisti al Festival è come ascoltare il parere

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Bello lo spot! E ritrovarsi come Tortora

Oggi hanno girato un filmino di governo sul “mostro in gabbia” Cesare Battisti, condannato. Ieri fu esibito in manette Enzo Tortora, innocente. C’è chi si ribella alle polemiche sullo spot  e sfotte: “I ministri in galera, Battisti libero e santo”. Una provocazione, certo, un invito a non trasformare l’indignazione in eccesso di difesa del detenuto, ma è scaldata dall’esibizione del “trofeo”, dalla narrazione del “male imprigionato”.

A quanti mal sopportano il giudizio severo sullo spot è bene ricordare  il caso di Enzo Tortora e non certo per accostare Battisti a Tortora, bensì per accostare ciascuno di noi a Tortora

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