Il sangue che noi cantiamo

Con il sangue lavorano ematologi, tecnici di laboratorio, chirurghi, e poi assassini, investigatori e medici legali. E con il sangue lavorano anche i cronisti di nera, secondo alcuni grandi esperti del Male, orribili sciacalli e avvoltoi secondo i protagonisti di fatti dolorosi.

In questo tempo di Covid-19 tanto si parla dii titoli enfatici, di esagerazioni, di panico, ma pure nei giorni normali ai media piace caricare i colori delle storie e la macabra frase “ne hanno ucciso un altro” per le redazioni è vita.

Di tale circo è sintesi ineccepibile il consiglio che un capo dà al suo giornalista: Sempre più sangue Larry, titolo di un guizzante e intenso romanzo

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L’Europa? una litigiosa foresta del Vietnam

L’Europa stanata dal Covid-19 nella sua fragilità di nazionalismi urlanti o bisbiglianti. Un microscopico quanto feroce virus ha spezzato il canto della comunità, ha buttato all’aria la ripetuta necessità di restare uniti.

Quello che stiamo vedendo era già scritto, non nel Libro del Destino e nemmeno da un autore europeo, bensì in un’antica fiaba vietnamita.

In una foresta si svolge un raduno degli animali di tutte le specie, uniti per processare un comune nemico che minaccia la loro sopravvivenza: l’uomo. Esordisce la tigre: “Sono il re degli animali, ma l’uomo continua a uccidermi”. Gli altri fanno coro, compatti: l’uomo si difende

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