Il violino che risvegliò la Storia

In una scatola di cartone c’è un piccolo violino. Uno di quei casuali rimasugli di cantina, o di soffitta. Ma, anziché su una bancarella, finisce nelle mani di una ricercatrice, una storica, lì per lì  più perplessa e infastidita che attratta. Eppure quello strumento – che per dimensioni si direbbe appartenuto a un bambino – infiamma emozioni, perché rivendica la storia propria e di chi l’ha fatto vibrare

Guido suonava il violino è un temporale di teatro d’eccezione, punto d’approdo di una ricerca storica divenuta romanzo, Il violino di Nicoletta Fasano, narrazione dell’impasto fra studio, storia e sentimento (edito

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De André, l’omaggio e il saccheggio

“De André è di tutti”, ha spesso ricordato Dori Ghezzi, non per accrescere il numero di tributi e garantire memoria, ma interpretando a fondo il generoso rapporto di Fabrizio e della sua creatività con il mondo.

E’ di tutti, è vero, ma purtroppo si dovrebbe aggiungere “di tutti quelli che si accostano con delicato rispetto”. La serata Una storia da cantare, ieri sera su Rai 1, più che un meditato e affettuoso re-incontro con De André è parsa in più parti un raffazzonato contenitore riempito con il badile, un saccheggio più che un omaggio, in certi momenti più che un rivivere a proprio modo le canzoni uno spingerle a forza dentro il sacco

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