Covid. Svegliarsi prigioniero

Covid. Dopo un anno e mezzo si progettano vacanze. I giovani soprattutto sono affamati di libertà. Ma che cosa è stata e cosa ancora è, proprio per i giovani, la pandemia?
Per entrare nei chiaroscuri di un così complesso condizionamento della vita ho chiesto a un amico il sintetico diario che ha tenuto nei giorni di malattia (mesi fa): sintomi, “carcerazione” in casa, reazioni degli amici, sfida, attese, relazioni soltanto via internet, ritorno alla mezza normalità, riflessioni a posteriori. L’autore, che ringrazio doppiamente, è Giacomo Romagnolo, 19 anni ad agosto, alessandrino, studente di Giurisprudenza alla Cattolica di Milano.

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Morti di Stresa, uno specchio atroce

Morti di Stresa, perdonateci. Non è stato malanimo il nostro,  ma un miscuglio nauseante di fretta, individualismo,  cecità di comodo. Egoismo. Ora, come è istintivo e giusto, piangiamo la vostra morte quasi sacrificale, puntiamo dita arroventate contro tre arrestati e malediciamo la scellerata legge – il profitto – che in un attimo vi ha consumati come carburante. Ma noi già sapevamo che sareste stati divorati.

Perdonateci, morti di Stresa. Siamo complici fantasma di chi ha eliminato il freno della vostra salvezza, perché – pur spargendo di quando in quando lutto e dolore, ira e odio – ci siamo abituati al rituale per cui al dio profitto si offrono vittime.  In

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