Franzoni: una tragedia, non una sfida

Franzoni Annamaria: condannata per l’omicidio del figlio. Annamaria Franzoni: pena scontata, donna libera, moglie e madre, con diritto alla quiete (a meno che non sia lei a chiedere telecamere).

Due sciagure in più si abbatterono su quella tragedia. La prima fu l’esaltazione mediatica della quale lei stessa fu disperatamente complice. La seconda furono indagini difensive – nella fase gestita dall’avvocato Taormina – che spargevano sospetti  vaghi su figure alternative, purché fossero o fossero ritenute individui fragili o strambi, poco attrezzati per difendersi.

Una cosa fra le altre mi colpì di Annamaria. Mentre si prospettava una rosa di nomi, tutti

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Donne e figli uccisi: la morte della Morte

Più di cento donne ammazzate in un anno, spesso dopo lungo stalking. Uomini inseguiti e massacrati per uno sberleffo, un insulto, una prepotenza alla guida o per uno stupido furto. Gli assassinii d’impeto o covati fanno vittime quanto e più del crimine organizzato.

Dietro a tutto ciò – salva la fantasia di un parroco che riesce a immaginare provocanti le vittime stremate da una persecuzione – c’è un senso della morte sfumato dalla sacralità alla banalità, dalla scelta estrema al facile colpo di spugna che spazza via disegni e scritte su una lavagna che non si è capaci di sopportare.

Sono fondamentali le considerazioni sul massacro di donne – talora amate

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