Cottarelli, l’economia non è un gioco

La storia professionale di Carlo Cottarelli (docente, direttore del FMI, Commissario straordinario per la revisione della spesa) può dar fastidio a economisti improvvisati, saccenti senza sapienza, giocatori delle tre carte. Ma lui né vuol essere la Verità Unica né vuole spaventarci. Anzi: nel saggio I sette peccati capitali dell’economia italiana (Feltrinelli, dodici edizioni in un anno) ci accoglie con un attualismo scambio di battute tratto da un film del 1959. Dice Aldo Fabrizi: “Lei deve scusarci ma noi facciamo il nostro dovere”. Replica Totò: “E le pare una cosa corretta questa?”.

Nessuno sospetti il libro di polemica con l’attuale maggioranza: è

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Cancro, l’ospite che non bussa

Quando mi trovai con un cancro addosso, mi accadde – pur tra sofferenza e  paura – anche di sorridere: non grazie agli incoraggiamenti, ma proprio di essi. Tanti mi citavano casi finiti in guarigione e io pensavo che se il cancro non è contagioso nemmeno la guarigione lo è. Quei racconti non erano consolatori: il futuro appare al malato nelle caselle delle statistiche, perciò tutti quei fortunati si erano già fregati percentuali di buona sorte.

Fu anche questa annotazione a farmi raccogliere gli appunti scritti durante i tribolati mesi. Tornavo salvo da un carcinoma del cavo orale che correva per i linfonodi lungo il collo. Paura e dolore, ironia e dialogo con la morte

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