Ho fatto una cazzata. Era soltanto una bravata. Fulminee sintesi ricorrono nella cronaca nera. I ragazzi sorpresi mentre danno fuoco a un bosco (e agli animali che non riescono a fuggire) paiono percepire nel loro gesto lo spettacolo e l’attimo di protagonismo: una bravata, nulla più. E “ho fatto una cazzata” dice al centralino del 112 chi ha massacrato padre o madre o tutti e due, lo dice chi accoltella, strangola, incendia la fidanzata o l’ex moglie.
Nella monotonia della ripetizione si può vedere – con ottimismo – una povertà di pensiero e linguaggio, l’ammissione sbrigativa dell’irreparabile. Ma forse, purtroppo, si può vedere anche