Il Male? E’ solo una cazzata

Ho fatto una cazzata. Era soltanto una bravata. Fulminee sintesi ricorrono nella cronaca nera. I ragazzi sorpresi mentre danno fuoco a un bosco (e agli animali che non riescono a fuggire) paiono percepire nel loro gesto lo spettacolo e l’attimo di protagonismo: una bravata, nulla più. E “ho fatto una cazzata” dice al centralino del 112 chi ha massacrato padre o madre o tutti e due, lo dice chi accoltella, strangola, incendia la fidanzata o l’ex moglie.

Nella monotonia della ripetizione si può vedere – con ottimismo – una povertà di pensiero e linguaggio, l’ammissione sbrigativa dell’irreparabile. Ma forse, purtroppo, si può vedere anche

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La tentazione del cafone

Un sottile e perfido contagio scivola dal cafone ai suoi censori. Disprezziamo o sfottiamo gli altri e poi li inseguiamo. Su Radio2, nella trasmissione KGG, si passavano in rassegna, con l’aiuto degli ascoltatori, le volgarità varie che inquinano l’estate. Una sacrosanta bastonata è caduta sugli sciagurati che in spiaggia a voce alta elencano nel telefonino i loro impegni, così da far notare quanto importante sia la loro esistenza.

Cazziatone giusto e sacrosanto. Ma, appena finito, la conduttrice si è lanciata a citare una notizia pescata in rete. Era sufficiente dire: “Ho trovato in Internet questa cosa”. Già, ma così siamo capaci tutti. Allora, vuoi perché affascinata

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